11.5.25

Il 1° murale di Ilona Polanski a Roma è per MURo

L’artista ceca Ilona Polanski dedica un’opera a don Roberto Sardelli e alla “Scuola 725” al Parco degli Acquedotti per MURo Museo di Urban Art di Roma. 

A cura di David Diavù Vecchiato per MURo

Murale: dal 12 al 17 maggio 2025

Inaugurazione: Venerdì 16 maggio 2025 h.10:00

 

Scuola Primaria Aldo Fabrizi

Via Valerio Publicola 165, Rome

 


A 15 anni dalla sua nascita, il MURo (Museo di Urban Art di Roma), nato nel quartiere Quadraro di Roma coi primi murales di Diavù nel 2010, dopo aver prodotto importanti opere di Street art in tutta la Capitale torna a maggio 2025 nei suoi luoghi d'origine producendo un'opera muraria sulle pareti esterne della scuola primaria del Plesso Scolastico Aldo Fabrizi, all’angolo tra via Valerio Publicola e via Lemonia, di fronte al Parco degli Acquedotti.

 

Il nuovo murale, prodotto assieme all’Istituto Culturale Ceco di Roma presso l'Ambasciata della Repubblica Ceca a Roma, è un’opera dell'artista cecoslovacca Ilona Polanski, che intende con quest'opera omaggiare la "Scuola 725" di don Roberto Sardelli, esperienza didattica alternativa che ha visto la luce proprio sotto gli archi dell'Acquedotto Felice tra il 1968 e il 1973.

 

L'Acquedotto Felice è stato infatti per più di trent'anni, dopo la Seconda Guerra Mondiale, una zona marginalizzata di Roma, dove molti migranti del sud Italia e degli Abruzzi, oltre agli sfollati dei quartieri bombardati dagli anglo-americani, vivevano in baracche improvvisate sotto gli archi, affrontando condizioni sanitarie precarie e costante rischio di malattie. 

I bambini che vivevano lì venivano spesso esclusi dalle scuole, finendo così in strada, senza istruzione. Don Roberto Sardelli visse con loro, fondando la "Scuola 725" per offrire istruzione e migliori opportunità ai giovani residenti. 

Nel 1973 quelle baracche furono demolite (ma la demolizione di tutte le baracche degli Acquedotti terminò nel 1984), ma il forte senso di comunità che si era sviluppato nella zona rimase una parte significativa della sua storia.

 

«E’ un onore per il nostro Municipio ricevere un’opera dell’artista Ilona Polanski e per questo ringraziamo MURo e l’Istituto Culturale Ceco di Roma», afferma il Presidente del VII Municipio di Roma Francesco Laddaga, aggiungendo: «la storia di don Sardelli rappresenta un forte motivo identitario per il nostro territorio e parla di attenzione agli ultimi e possibilità di riscatto per tutti: che sia raccontata in modo permanente sul muro di una scuola a pochi metri da dove sbocciò è motivo per noi di grande gioia e soddisfazione».

 

Secondo le parole del direttore del Centro Ceco di Roma, Robert Mikoláš: «si tratta del primo murale ceco nella metropoli italiana ed è fantastico che sia stato realizzato da una delle migliori artiste ceche. Inoltre, l'opera di Ilona Polanski è conosciuta in tutto il mondo e ora sia i residenti che i visitatori di Roma hanno l'opportunità di conoscerla. È anche simbolico che i loro personaggi e colori rallegreranno le pareti della scuola primaria, Plesso Scolastico Aldo Fabrizi, un'istituzione che offre la cosa più importante nella vita, ovvero l'istruzione, a tutti i bambini senza distinzione».

 

Il curatore del progetto, David Diavù Vecchiato aggiunge: «Lo stile pittorico e la tavolozza di Ilona Polanski richiamano alla mente sensazioni positive, anche se le tematiche delle sue opere sono spesso serie, legate ai diritti umani e a quelli della Terra. Anche in quest'opera infatti Ilona ha interpretato la storia che le ho proposto di don Sardelli, che si lega a un tema estremamente urgente in questo momento come i diritti degli ultimi e la necessità di collaborazione tra esseri umani, con la delicatezza stilistica che le è congeniale».

 

«È un grande onore per me partecipare a un progetto bello come la realizzazione di questo murale, che racconta la storia di un quartiere che non dovrebbe essere mai dimenticata», così l’artista Ilona Polanski parla del progetto, e chiude: «l'illustrazione nello spazio pubblico è un modo per raggiungere più persone. Spero poi che questo murale renda alle persone della zona il percorso verso la scuola e il lavoro un po' più allegro e stimolante».

 

Il murale “Le baracche dell’Acquedotto Felice” verrà realizzato tra il 12 e il 17 maggio 2025 nel cortile della scuola primaria Aldo Fabrizi all’angolo tra via Lemonia e via Valerio Publicola 165, e là sarà inaugurato venerdì 17 maggio 2025 dalle ore 10, alla presenza dell'artista, del curatore e delle istituzioni.

 

L'artista: Ilona Polanski

Ilona Polanski è nata nella Repubblica Ceca nel 1986 e si è laureata alla SUPŠ – Corso di Design e specializzata in Illustrazione e Grafica presso la Facoltà di Design e Arti Ladislav Sutnar di Pilsen. Fa parte del duo di illustratori Tomski&Polanski, che ha fondato con il collega Lukáš nel 2013. I loro lavori sono molto noti in Cecoslovacchia, pubblicati sulle pagine di giornali e riviste ceche o nei libri di autori contemporanei. Ilona ha realizzato anche animazioni e murales, e il suo stile è caratterizzato da figure tondeggianti e paffute, dipinte con colori
vivaci. Ilona è anche membro attivo dell’Associazione degli Illustratori Cechi che mappa la scena degli illustratori cecoslovacchi e ne cura gli interessi.

 

Il curatore: David Diavù Vecchiato

Nato a Roma nel 1970, David Diavù Vecchiato è tra i più attivi artisti italiani nell’ambito della Street art. I suoi primi interventi urbani risalgono all'inizio degli anni 90 e dello stesso periodo sono le sue prime mostre e pubblicazioni nazionali di fumetti e illustrazioni. Dal 2007 si è occupato della direzione artistica della galleria d’arte MondoPOP di Roma ed è stato tra i primi curatori in Italia a portare Urban Art nei musei e i musei in strada: ha curato il festival Urban Superstar Show e nel 2010 ha dato vita al progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma), che ospita murales di note firme internazionali. Docente dal 2001 al 2013 allo IED di Roma, dal 2013 al 2018 cura su Sky ARTE la prima serie italiana di documentari sulla Street Art "Muro" e tra il 2016 e il 2018 è direttore artistico del progetto di arte pubblica GRAArt, da lui ideato e diretto per ANAS.

 

 

Il murale di Ilona Polanski per MURo

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Partner tecnico:

    



6.11.24

“WHAT A LOVELY DAY, TODAY!” di Diavù

 

 

TORNANO A ROMA LE OPERE D’ARTE SU SCALINATA DI DIAVÙ

L’OPERA È UN OMAGGIO ALL’ATTRICE ITALIANA MONICA VITTI

 

LA NUOVA OPERA “WHAT A LOVELY DAY, TODAY!” È A VIALE PARIOLI, NEL MUNICIPIO II, ED È DEDICATA AL FILM DRAMMA DELLA GELOSIA (TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA) DI ETTORE SCOLA

 

 

«Amo questa città e i suoi colori e senza di lei, Monica Vitti sarebbe molto più triste”.

Monica Vitti

 

Il progetto PopStairs ha già avuto in passato un’importanza di rilievo internazionale, grazie alla capacità di coniugare in maniera inedita e molto originale il linguaggio dell’arte visiva con il tema del Cinema, e ha prodotto dal 2015 in poi opere di Street art molto celebri, come i dipinti sulle scalinate a Roma che vedono ritratta Anna Magnani in Prati, quelli dedicati a Michèle Mercier a Corso Francia, a Ingrid Bergman a via Trionfale e ad Elena Sofia Ricci a Trastevere. Unica incursione maschile nel progetto, Gigi Proietti, ritratto da Diavù nei panni del burattinaio romano del 1800 Gaetanaccio a Valle Aurelia nel 2021. Nel 2017 è stata inoltre protagonista di un intervento di PopStairs la testa bronzea di cavallo nota come “Testa Carafa”, che l’artista romano ha dipinto sulla scalinata del Museo Archeologico Nazionale di Napoli su commissione dello stesso museo.

PopStairs mira alla riattivazione culturale dei contesti urbani attraverso questi originalissimi interventi anamorfici di Street art realizzati sulle alzate dei gradini delle scalinate, marchio di fabbrica di Diavù.

Le scalinate - oggetti architettonici spesso dimenticati e vandalizzati - accese di nuovo interesse dal segno artistico, diventano tele su cui l'artista imprime una testimonianza culturale che restituisce a quel preciso contesto urbano la propria identità sociale e storica che permette ai cittadini, residenti e non, di ritrovare uno spirito di appartenenza e comunità. I soggetti delle opere, comunque legati al mondo dell'arte e della cultura, vengono scelti in base a due criteri: la loro riconoscibilità e il legame con il territorio o col contesto urbano in cui viene realizzato l’intervento. L’illusione ottica che la tecnica dell’anamorfosi suscita crea inoltre nell’osservatore un effetto ‘magico’, quello cioè di far scomparire alla vista la scalinata, sostituendola con una figura quasi monumentale, che si erge verso l’alto.

Molte opere cinematografiche danno implicitamente rilievo culturale al patrimonio artistico e architettonico del territorio in cui sono girate, ed è proprio quest'importanza che fin dai suoi esordi PopStairs ha sempre puntato a valorizzare, rievocando questi film attraverso opere d’arte pubblica, e risultando uno tra i primi progetti al mondo a coniugare Street art e Cinema.

 

L’OMAGGIO A MONICA VITTI:

Del grande regista italiano Ettore Scola è anche il film che Diavù ha voluto omaggiare in questa nuova opera del progetto PopStairs, cogliendo così l’occasione di ritrarre Monica Vitti, divina del cinema italiano scomparsa nel 2022 a 90 anni.

La scelta è caduta su Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) che, uscito nel 1970, apre in qualche modo il periodo di maggior utilizzo di queste zone del Municipio II come set cinematografici naturali. Monica Vitti, che interpreta qui l'ingenua e seducente Adelaide Ciafrocchi, ha il banco di fiori a Piazza del Verano davanti al cimitero monumentale, e vivrà per un breve periodo dentro Casa Papanice.

Inoltre la Vitti, oltre ad essere assieme alla Magnani la diva più amata a Roma, è tra le attrici che più spesso ha girato film in questi quartieri. Tra questi: Noi donne siamo fatte così (1971) di Dino Risi, L’anatra all’arancia (1975) di Luciano Salce, Camera d’Albergo (1981) di Mario Monicelli, Scusa se è poco (1982) di Marco Vicario. In Amore mio aiutami (1969) di Alberto Sordi, la Vitti e Sordi vivevano in un appartamento alla Salita dei Parioli. Inoltre lei stessa ha vissuto nella zona del Nomentano negli anni di inizio carriera, presso Piazza Bologna.

«Il Municipio Roma II ha voluto fortemente la realizzazione di quest’opera, che rappresenta un autentico simbolo del nostro cinema e della commedia all’italiana» è quanto sostiene la Presidente Francesca Del Bello. «Nessuno meglio di Monica Vitti - prosegue la Presidente - ha saputo raccontare i cambiamenti sociali, culturali e politici del nostro paese. Siamo molto orgogliosi di ospitare il dipinto dell’attrice romana su una delle scalinate più belle del nostro territorio», conclude la Presidente.

 

L’OMAGGIO A ETTORE SCOLA E AL FILM:

Il tema che è alla base di Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Scola è il complicato triangolo amoroso tra i tre protagonisti, personaggi calati in un'Italia che rivela già in incredibile anticipo sui tempi il decadimento del boom economico, i limiti e i conflitti della sinistra e la crisi del patriarcato. Monica Vitti nel ruolo di Adelaide Ciafrocchi, Marcello Mastroianni nei panni di Oreste Nardi e Giancarlo Giannini in quelli di Nello Serafini, sono tre caricature inadeguate al cambiamento dei costumi che Scola racconta con tono grottesco e dolceamaro. Una storia che finirà con l’assassinio della donna, contesa dai due. Anche questa tematica è stata rilevante per la scelta del soggetto dell’opera.

Dice Diavù a tal proposito: «in questo film di Scola c'è la capacità straordinaria di raccontare un dramma come l'omicidio - anzi il "femminicidio" - analizzando con incredibile leggerezza narrativa la complessità che può esserci dietro una simile tragedia. Guardandolo arriviamo a comprendere i comportamenti di tutti e tre i personaggi, giustificando le loro passioni e le loro fragilità, e abbracciando anche quella loro umanissima semplicità, che Scola è riuscito a raccontare canzonandola in uno stile da fumetto, ma senza sottovalutarne mai la forte portata emotiva. In fondo sono già tre vittime della simulazione che negli anni successivi ci ha imposto sempre di più questa società, perché si impegnano ad aderire ai modelli che il boom economico affermava attraverso i mezzi di comunicazione dell'epoca. E ovviamente falliscono. Insomma, guardando il film si empatizza con la vittima ma allo stesso tempo con l'assassino, con il tradito ma anche coi traditori, e addirittura con chi cerca una propria felicità da fotoromanzo rosa, anche se è inevitabilmente a scapito di quella di qualcun altro. Non c'è un buono e non c'è un cattivo, siamo tutti terribilmente fallaci, in quanto umani. Lo amo e l'ho scelto perché è un film attualissimo, dal momento che oggi siamo sempre più portati a polarizzare fino all'estremo le nostre posizioni, dunque le discussioni, senza interesse a capire le ragioni dell'altro. Siamo retrocessi a una tifoseria da stadio, incapace di comprendere ed esprimere concetti complessi, e offendiamo l'altro per imporre prepotentemente la nostra presunta superiorità. Tant'è che il mondo è di nuovo in guerra. Contro questo male che ha colpito la nostra socialità credo che film come questo siano necessari».

 L. Maria Rita Delli Quadri, curatrice del progetto: “Nell’idea condivisa con Diavù, PopStairs nasce con l’obiettivo di riattivare culturalmente un territorio urbano e, nel farlo, restituire “dignità” ed attenzione ad oggetti architettonici spesso trascurati, se non vandalizzati come spesso sono le scalinate. Questo rende necessaria, se non indispensabile, una forte sintonia di intenti e di visione con l’Amministrazione, particolarmente in una città come Roma, la cui la gestione del territorio è parcellizzata in numerosi, per quanto amplissimi, mini-comuni. Per arrivare alla fase operativa di un intervento come questo di “Il Dramma della Gelosia” occorre attraversare percorsi amministrativi e burocratici anche complessi, in cui il supporto convinto e determinato degli uffici municipali si rende imprescindibile. Si tratta di un lavoro di squadra in cui la vera condivisione dell’obiettivo finale spesso è l’unico modo per raggiungerlo. Se questo era lo spirito del Bando di Lazio Crea, cioè dare vita ad una collaborazione virtuosa tra amministrazioni locali e operatori culturali, mi sento di affermare che il nostro progetto lo ha assolutamente rispettato. Il Municipio II è diventato, per PopStairs, una “famiglia” con cui ci auguriamo di poter presto condividere altri interventi e progetti che possano arricchire il territorio di nuove opere ispirate al Grande Cinema che, proprio in quei luoghi, ha trovato alcuni dei suoi set più iconici, nell’intento di dare vita ad un vero e proprio itinerario culturale”.

L'opera è a Roma sulla scalinata di Via Giovanni Battista Brocchi, a Viale Parioli nei pressi del civico 79.

Un omaggio che Roma fa alla sua Monica Vitti a pochi giorni dal 3 novembre, giorno della nascita della grande attrice, che in questo 2024 avrebbe compiuto 93 anni.


28.10.24

Torna Popstairs!

 

 

 
 
 
 
POPSTAIRS 2024
Progetto vincitore del bando "Lazio street art 2022"

Ente finanziatore:
Regione Lazio

Ente esecutore:
Municipio Roma II
Roma Capitale

Artista:
David Diavù Vecchiato

Curatrice:
L. Maria Rita Delli Quadri

Assistenti artista:
Benedetta Matteucci
Vincenzo De Francesco

Graphic design, foto e video:
Muro crew

Partner:
MURo Museo di Urban Art di Roma
Gruppo Ivas

Contatti:

© Popstairs è un progetto di Diavù e L. Maria Rita Delli Quadri.
Iniziativa finanziata con fondi della Regione Lazio ai sensi della Legge Regionale n. 22 del 23 dicembre 2020

11.5.24

Murales o non Murales? Fai contare la tua opinione, partecipa al questionario online

 


La notte di giovedì 2 maggio 2024 alcuni dei murales e dei muri del quartiere Quadraro di Roma sono stati pesantemente vandalizzati. 
La maggior parte dei murales della zona sono stati realizzati dal progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma) tra il 2010 al 2021, e sono opera di grandi firme dell'arte mondiale. 
Le scritte vandaliche accusano il progetto di “gentrificazione”. 

Tra i murales vandalizzati, oltre ad opere di Baseman, Maupal, Diavù c’è anche “No title” di Ron English a via dei Pisoni, opera che negli ultimi mesi è stata protagonista di un progetto di conservazione e restauro avviato a marzo 2024 dall'Università della Tuscia in collaborazione con l'associazione MURo e col supporto di Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros. 
Il progetto ha visto all'opera la studentessa Beatrice Stella, che ha eseguito il restauro-campione del murale. Durante il periodo di permanenza nel quartiere Beatrice ha ricevuto l'affettuosa accoglienza di molti abitanti che hanno più volte espresso apprezzamento che le opere del progetto MURo venissero conservate.
 
Volevamo a breve presentare il lavoro di tesi e ampliare il discorso sulla valorizzazione del progetto MURo in un'assemblea pubblica, ma gli eventi del 2 maggio ci stanno portando ad accelerare il percorso e ad avviare una discussione condivisa circa l’importanza della tutela e della conservazione dello spazio comune e dell’arte urbana. 

Per far funzionare questo esperimento, serve il coinvolgimento di tutti perchè cosa è bene culturale lo deci anche tu.
Bastano pochi minuti.
La tua opinione per noi è importante.
 

Grazie per la collaborazione

16.2.24

Restauro conservativo in corso @ MURo, Roma Quadraro

RESTAURO IN CORSO - OPERA DI URBAN ART @ ROMA QUADRARO

 
Senza titolo di Ron English
 
Quest'opera, realizzata nel 2013 a Roma nel quariere Quadraro per il nostro progetto M.U.Ro. Museo di Urban Art di Roma è oggetto in questi giorni di un restauro conservativo.
 
Dal 2023 MURo ha una convenzione con l'Università della Tuscia di Viterbo per la valorizzazione delle opere di Street art che noi definiamo a tutti gli effetti beni culturali.
Le indagini, le ricerche e gli interventi conservativi di questo restauro si svolgono infatti nell'ambito delle attività didattiche del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università della Tuscia di Viterbo.
 
Il murale in oggetto, realizzato dall'artista statunitense Ron English, nel novembre 2013, a cura di David Diavù Vecchiato per M.U.Ro - Museo Urban di Roma, è stato anche protagonista dell'episodio pilota della serie di 15 documentari Muro, realizzati da Level 33 e curati dallo stesso Diavù per Sky Arte.

Il restauro conservativo realizzato dall'Università della Tuscia di Viterbo in convenzione con l'associazione MURo vede il prezioso supporto del nostro partner Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros.
 
Qui le prime immagini dei lavori attualmente in corso:
 
Lo stato conservativo attuale del murale
 

Alcune immagini dei lavori in corso
 
In foto: David Diavù Vecchiato, Claudio Gnessi (Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros), Fiammetta Jahier (restauratrice e docente, coordinatrice del progetto) e la laureanda Beatrice Stella
 
Ron Engglish e sua moglie Tarssa con la laureanda Beatrice Stella 

3.10.22

Roma Street art. La mostra alla Galleria Alberto Sordi

MURo Museo di Urban Art di Roma presenta:

ROMA STREET ART

a cura di / curated by David Diavù Vecchiato

Galleria Alberto Sordi, Roma.

29/09 - 30/11/2022 

www.romastreetart.com

Info opere / Info about artworks:  info@muromuseum.com

Con opere di / artworks by:

Alessandra Carloni

Beetroot

Bol Pietro Maiozzi

Camilla Falsini

Daniele Tozzi

Diamond

Diavù

Elia 900

Giulio Vesprini

Gojo

JB Rock

Leonardo Crudi

Marco Réa

Maupal

Mr. Klevra

Mr. Thoms

Nicola Alessandrini

omino71

Orghone

Solo

Uman

Zed1

Esposizione a cura di: David Diavù Vecchiato
Redazione: MURo Museo di Urban Art di Roma
Assistente alla curatela: Mirko Pierri
Consulente legale: Pietro Cuffaro
Traduzioni: Sofia Vecchiato e Filippo Ronci
 

L'arte del futuro spia con grandi occhi scuri spalancati sul centro dalla periferia, mescolata coi
detriti e le macerie della città degradata (...).

(Francesca Alinovi, Flash Art n.107, 1982)
 
1968 – 1992 I semi della Street art
Roma non è una città come le altre.
Soprattutto quando parliamo di arte.
Non lo è per la quantità e qualità dei suoi siti archeologici, per le opere distribuite nel tessuto
urbano, nei musei, nelle chiese, nei luoghi generalmente non destinati all’arte.
È una città che si distingue, anche nel rapporto con il Writing e la Street art.

1968: il collettivo Gli uccelli realizza un graffito politico sulla facciata della Facoltà di
Architettura, da un cartone disegnato da Renato Guttuso
1974: l’artista Giancarlo Croce dipinge L’uccello del paradiso a Porta Portese
1976: il collettivo L’Asino che vola dipinge i murales di Tor di Nona per attirare l’attenzione
pubblica sul degrado e lo spopolamento delle case popolari del lungotevere
1979: The Fabulous Five, presso la Galleria La Medusa a Roma, è la prima esposizione al di
fuori degli Stati Uniti dedicata al Writing
1984: Keith Haring, a Roma per la mostra Arte di Frontiera dipinge un’opera (poi cancellata)
sul Palazzo delle Esposizioni
1987: l’artista Fausto delle Chiaie inizia a esporre quotidianamente le sue installazioni in
strada, prima al Pincio e poi a Piazza Augusto Imperatore, fonte d’ispirazione di molti street
artist romani
Dal 1992 a oggi: da 30 anni ininterrottamente generazioni di writer dipingono le loro opere
sui vagoni delle metropolitane romane e questo rende Roma un caso unico al mondo.

Questa mostra nasce proprio per celebrare i 30 anni di Street art a Roma.
Immergiti nella mostra e lasciati sedurre!
 
Graffito del Collettivo Gli uccelli a La Sapienza, Roma 1968
 
 
Keith Haring a Roma, Palazzo delle Esposizioni, 11 settembre 1984. 
Foto di Stefano Fontebasso De Martino. Courtesy MACRO - CRDAV

 
Collettivo L'Asino che vola, Tor di Nona, Roma 1976.
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 

L'artista Fausto Delle Chiaie con alcune sue opere urbane

2007: Fra strada e gallerie
Tra il 1992 e i primi anni 2000 si realizzano a Roma fanzine, eventi, mostre e festival
indipendenti che promuovono Writing e arte visiva underground, come l’Happening
Internazionale Underground
al Forte Prenestino a Centocelle o l’International Poster Art a San
Lorenzo.
Il 2007 è un anno significativo nel passaggio di testimone dal Writing alla Street art: si parte
da graffiti e piccoli interventi spontanei di arte urbana - come poster e stencil (tra i primi si
ricordano i poster di Pino Boresta, gli stencil di Sten e le tag di TUFF) – per approdare ai primi
murales.
2007: Attraverso il progetto CROMiAe, l’associazione WALLS chiede al Comune di Roma la
disponibilità di muri da dipingere, i Muri Liberi e Muri Legali su cui realizzare opere senza incorrere in denunce e sanzioni. L’associazione stessa organizza jam per la realizzazione di
piccoli murales.
Nello stesso anno, una nuova generazione di artisti che fino a quel momento aveva dipinto le
proprie opere prevalentemente in strada, inizia a esporre in gallerie d’arte emergenti, con
l’intento di dedicarsi sempre più a forme d’arte underground. Fra gli esponenti di rilievo si
distinguono Wunderkammern, Mondo Bizzarro, Dorothy Circus Gallery e MondoPOP. Si
iniziano così a produrre in città interventi artistici e i primi murales legati alla promozione di
mostre.
2008: la mostra Scala Mercalli. Il terremoto creativo della Street Art Italiana allestita presso
l’Auditorium Parco della Musica rivela l’esigenza di mettere insieme i nomi più importanti
per fare ufficialmente il punto sulla scena Street italiana e romana.
 
AAVV - Progetto del Laboratorio di Disegno del CSOA Forte Prenestino a cura di BOL Pietro Maiozzi, Roma 1997


Gojo, Senza titolo. Roma 2003
 
 
omino71 & friends, Stick my world. A cura di omino71 per WiFi Art, Circolo degli artisti, Roma, 2008, 2009 e 2010
 

2010 La Rinascita dell’arte pubblica
Nel 2010 Roma vive una vera e propria rinascita dell’arte pubblica, attraverso interventi di
Street art eclettici. In questo anno esplode anche la tendenza a realizzare grandi murales nei
quartieri periferici.

Primavera 2010:
a San Lorenzo, Hitnes, Hogre, Hopnn, Agostino Iacurci, Lucamalente, Omino
71 e Uno, realizzano una jam di murales in occasione dell’evento Collective.
Estate 2010: il noto street artist francese Invader realizza a Roma 66 interventi artistici non
autorizzati, in occasione della sua prima personale italiana alla galleria Wunderkammern,
incollando piccoli mosaici dei suoi alieni pixellati. Contemporaneamente, durante la prima
edizione del Festival dedicato all’arte urbana Outdoor, vengono prodotte a Ostiense e
Garbatella quattro opere monumentali su carta degli artisti: L’Atlas, C215,, Sten & Lex e il
murale Wall of Fame di JB Rock.
Autunno 2010: Al Quadraro, a dicembre, nasce MURo (Museo di Urban Art di Roma): un progetto di museo di Street art di respiro internazionale che ha l’intento di donare simboli all’identità e alle storie
del quartiere attraverso i murales. I primi due murales sono del suo ideatore Diavù.
 
Invader, Invasion of Rome, Roma 2010. Courtesy Wunderkammern
 
 
JB Rock, Wall of fame per Outdoor Festival. Ostiense, Roma 2010. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
 Diavù, Art Pollinates Quadraro, per MURo Museo di Urban Art di Roma. Quadraro, Roma 2010
 

2012 – 2022 L’ultimo decennio
Dal 2010 in poi a Roma si moltiplicano le occasioni per realizzare opere di Urban art.
Mentre MURo, Outdoor Festival, Wunderkammern e altre realtà continuano a produrre
murales, al Quadraro, Torpignattara e Ostiense nascono nuovi progetti spontanei, alcuni legati
a spazi occupati, oltre a iniziative sostenute da bandi pubblici, come Roma Creativa e Estate
Romana
.
La Città Eterna inizia a diventare la città più ‘tatuata’ d’Europa e il centro storico
monumentale viene sempre più circondato da quartieri di periferia arricchiti di nuove opere
d’arte che dai quartieri marginali guardano verso il centro, così come scriveva la curatrice
Francesca Alinovi a inizi anni ‘80 durante l’inedita presentazione in Italia dei lavori di Keith Haring e degli altri pionieri della Street art newyorkese. Qui una ricostruzione di alcuni degli
interventi artistici realizzati negli ultimi anni a Roma, che invita ad approfondire senza la
pretesa di essere esauriente, vista la grande quantità e varietà di murales realizzati.

2012: Urban Arena al MACRO (Museo di Arte Contemporanea di Roma) con murales di Ozmo
e Sten & Lex; Urban Area di a.DNA Collective con artisti vari all’ex cinema Volturno e all’ex
cinema Preneste, Lucamaleonte per -1 Gallery alla Casa dell’Architettura.
2013: opera di Borondo per Logout Project a San Lorenzo; Avanguardie Urbane in vari luoghi
della città; nasce il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz); Blu dipinge in via
del Porto Fluviale.
2014: la mostra Urban Legends al MACRO Testaccio Pelanda, Pigneto Pasolini al Pigneto con
Omino 71, Mr. Klevra e Maupal; Melting Icons di Diavù all’ex Cinema Impero a Torpignattara;
SanBa a San Basilio con murales di Liqen e Agostino Iacurci.
2015: Big City Life per il Museo Condominiale di Tor Marancia, il Festival di Poesia del Trullo;
Forgotten Project in vari luoghi della città; Popstairs sulle scalinate di Roma; ha inizio Muracci
Nostri
a Primavalle; esce la prima mappa della Street art a Roma, con relativa applicazione
digitale, che geolocalizza 200 opere.
2016: Triumphs and Laments di William Kentridge sul lungotevere della Farnesina; Seth
all’Ex Fabbrica Mira Lanza.
2017: nuove grandi mostre dedicate alla Street art come War, Capitalism & Liberty con le
opere di Banksy a Palazzo Cipolla e Cross the Streets di artisti vari al MACRO; il progetto
GRAArt di MURo dipinge il Grande Raccordo Anulare.
Nel 2017 la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali organizza quattro giorni di workshop
sulla Street art a Roma presso il MACRO, dai quali viene tratto il libro Action/Reaction nel
2019. Nel 2020 la Regione Lazio approva la Legge regionale 23 dicembre 2020 per
promuovere l’arte urbana e dà il via al bando annuale Lazio Street art.

La maggior parte della Street art prodotta a Roma si può ormai definire arte pubblica a tutti
gli effetti.
 
 C215 per Wunderkammern, Torpignattara, Roma 2013. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
Hogre per Strike the street al Centro sociale Strike, Roma 2013. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
Maupal, Pasolini. Pigneto, Roma 2014
 
 
Luis Gomez de Teran, Le cose che non si vedono. Per Muracci Nostri, Santa Maria della Pietà, Roma 2018