6.11.24

“WHAT A LOVELY DAY, TODAY!” di Diavù

 

 

TORNANO A ROMA LE OPERE D’ARTE SU SCALINATA DI DIAVÙ

L’OPERA È UN OMAGGIO ALL’ATTRICE ITALIANA MONICA VITTI

 

LA NUOVA OPERA “WHAT A LOVELY DAY, TODAY!” È A VIALE PARIOLI, NEL MUNICIPIO II, ED È DEDICATA AL FILM DRAMMA DELLA GELOSIA (TUTTI I PARTICOLARI IN CRONACA) DI ETTORE SCOLA

 

 

«Amo questa città e i suoi colori e senza di lei, Monica Vitti sarebbe molto più triste”.

Monica Vitti

 

Il progetto PopStairs ha già avuto in passato un’importanza di rilievo internazionale, grazie alla capacità di coniugare in maniera inedita e molto originale il linguaggio dell’arte visiva con il tema del Cinema, e ha prodotto dal 2015 in poi opere di Street art molto celebri, come i dipinti sulle scalinate a Roma che vedono ritratta Anna Magnani in Prati, quelli dedicati a Michèle Mercier a Corso Francia, a Ingrid Bergman a via Trionfale e ad Elena Sofia Ricci a Trastevere. Unica incursione maschile nel progetto, Gigi Proietti, ritratto da Diavù nei panni del burattinaio romano del 1800 Gaetanaccio a Valle Aurelia nel 2021. Nel 2017 è stata inoltre protagonista di un intervento di PopStairs la testa bronzea di cavallo nota come “Testa Carafa”, che l’artista romano ha dipinto sulla scalinata del Museo Archeologico Nazionale di Napoli su commissione dello stesso museo.

PopStairs mira alla riattivazione culturale dei contesti urbani attraverso questi originalissimi interventi anamorfici di Street art realizzati sulle alzate dei gradini delle scalinate, marchio di fabbrica di Diavù.

Le scalinate - oggetti architettonici spesso dimenticati e vandalizzati - accese di nuovo interesse dal segno artistico, diventano tele su cui l'artista imprime una testimonianza culturale che restituisce a quel preciso contesto urbano la propria identità sociale e storica che permette ai cittadini, residenti e non, di ritrovare uno spirito di appartenenza e comunità. I soggetti delle opere, comunque legati al mondo dell'arte e della cultura, vengono scelti in base a due criteri: la loro riconoscibilità e il legame con il territorio o col contesto urbano in cui viene realizzato l’intervento. L’illusione ottica che la tecnica dell’anamorfosi suscita crea inoltre nell’osservatore un effetto ‘magico’, quello cioè di far scomparire alla vista la scalinata, sostituendola con una figura quasi monumentale, che si erge verso l’alto.

Molte opere cinematografiche danno implicitamente rilievo culturale al patrimonio artistico e architettonico del territorio in cui sono girate, ed è proprio quest'importanza che fin dai suoi esordi PopStairs ha sempre puntato a valorizzare, rievocando questi film attraverso opere d’arte pubblica, e risultando uno tra i primi progetti al mondo a coniugare Street art e Cinema.

 

L’OMAGGIO A MONICA VITTI:

Del grande regista italiano Ettore Scola è anche il film che Diavù ha voluto omaggiare in questa nuova opera del progetto PopStairs, cogliendo così l’occasione di ritrarre Monica Vitti, divina del cinema italiano scomparsa nel 2022 a 90 anni.

La scelta è caduta su Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) che, uscito nel 1970, apre in qualche modo il periodo di maggior utilizzo di queste zone del Municipio II come set cinematografici naturali. Monica Vitti, che interpreta qui l'ingenua e seducente Adelaide Ciafrocchi, ha il banco di fiori a Piazza del Verano davanti al cimitero monumentale, e vivrà per un breve periodo dentro Casa Papanice.

Inoltre la Vitti, oltre ad essere assieme alla Magnani la diva più amata a Roma, è tra le attrici che più spesso ha girato film in questi quartieri. Tra questi: Noi donne siamo fatte così (1971) di Dino Risi, L’anatra all’arancia (1975) di Luciano Salce, Camera d’Albergo (1981) di Mario Monicelli, Scusa se è poco (1982) di Marco Vicario. In Amore mio aiutami (1969) di Alberto Sordi, la Vitti e Sordi vivevano in un appartamento alla Salita dei Parioli. Inoltre lei stessa ha vissuto nella zona del Nomentano negli anni di inizio carriera, presso Piazza Bologna.

«Il Municipio Roma II ha voluto fortemente la realizzazione di quest’opera, che rappresenta un autentico simbolo del nostro cinema e della commedia all’italiana» è quanto sostiene la Presidente Francesca Del Bello. «Nessuno meglio di Monica Vitti - prosegue la Presidente - ha saputo raccontare i cambiamenti sociali, culturali e politici del nostro paese. Siamo molto orgogliosi di ospitare il dipinto dell’attrice romana su una delle scalinate più belle del nostro territorio», conclude la Presidente.

 

L’OMAGGIO A ETTORE SCOLA E AL FILM:

Il tema che è alla base di Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca) di Scola è il complicato triangolo amoroso tra i tre protagonisti, personaggi calati in un'Italia che rivela già in incredibile anticipo sui tempi il decadimento del boom economico, i limiti e i conflitti della sinistra e la crisi del patriarcato. Monica Vitti nel ruolo di Adelaide Ciafrocchi, Marcello Mastroianni nei panni di Oreste Nardi e Giancarlo Giannini in quelli di Nello Serafini, sono tre caricature inadeguate al cambiamento dei costumi che Scola racconta con tono grottesco e dolceamaro. Una storia che finirà con l’assassinio della donna, contesa dai due. Anche questa tematica è stata rilevante per la scelta del soggetto dell’opera.

Dice Diavù a tal proposito: «in questo film di Scola c'è la capacità straordinaria di raccontare un dramma come l'omicidio - anzi il "femminicidio" - analizzando con incredibile leggerezza narrativa la complessità che può esserci dietro una simile tragedia. Guardandolo arriviamo a comprendere i comportamenti di tutti e tre i personaggi, giustificando le loro passioni e le loro fragilità, e abbracciando anche quella loro umanissima semplicità, che Scola è riuscito a raccontare canzonandola in uno stile da fumetto, ma senza sottovalutarne mai la forte portata emotiva. In fondo sono già tre vittime della simulazione che negli anni successivi ci ha imposto sempre di più questa società, perché si impegnano ad aderire ai modelli che il boom economico affermava attraverso i mezzi di comunicazione dell'epoca. E ovviamente falliscono. Insomma, guardando il film si empatizza con la vittima ma allo stesso tempo con l'assassino, con il tradito ma anche coi traditori, e addirittura con chi cerca una propria felicità da fotoromanzo rosa, anche se è inevitabilmente a scapito di quella di qualcun altro. Non c'è un buono e non c'è un cattivo, siamo tutti terribilmente fallaci, in quanto umani. Lo amo e l'ho scelto perché è un film attualissimo, dal momento che oggi siamo sempre più portati a polarizzare fino all'estremo le nostre posizioni, dunque le discussioni, senza interesse a capire le ragioni dell'altro. Siamo retrocessi a una tifoseria da stadio, incapace di comprendere ed esprimere concetti complessi, e offendiamo l'altro per imporre prepotentemente la nostra presunta superiorità. Tant'è che il mondo è di nuovo in guerra. Contro questo male che ha colpito la nostra socialità credo che film come questo siano necessari».

 L. Maria Rita Delli Quadri, curatrice del progetto: “Nell’idea condivisa con Diavù, PopStairs nasce con l’obiettivo di riattivare culturalmente un territorio urbano e, nel farlo, restituire “dignità” ed attenzione ad oggetti architettonici spesso trascurati, se non vandalizzati come spesso sono le scalinate. Questo rende necessaria, se non indispensabile, una forte sintonia di intenti e di visione con l’Amministrazione, particolarmente in una città come Roma, la cui la gestione del territorio è parcellizzata in numerosi, per quanto amplissimi, mini-comuni. Per arrivare alla fase operativa di un intervento come questo di “Il Dramma della Gelosia” occorre attraversare percorsi amministrativi e burocratici anche complessi, in cui il supporto convinto e determinato degli uffici municipali si rende imprescindibile. Si tratta di un lavoro di squadra in cui la vera condivisione dell’obiettivo finale spesso è l’unico modo per raggiungerlo. Se questo era lo spirito del Bando di Lazio Crea, cioè dare vita ad una collaborazione virtuosa tra amministrazioni locali e operatori culturali, mi sento di affermare che il nostro progetto lo ha assolutamente rispettato. Il Municipio II è diventato, per PopStairs, una “famiglia” con cui ci auguriamo di poter presto condividere altri interventi e progetti che possano arricchire il territorio di nuove opere ispirate al Grande Cinema che, proprio in quei luoghi, ha trovato alcuni dei suoi set più iconici, nell’intento di dare vita ad un vero e proprio itinerario culturale”.

L'opera è a Roma sulla scalinata di Via Giovanni Battista Brocchi, a Viale Parioli nei pressi del civico 79.

Un omaggio che Roma fa alla sua Monica Vitti a pochi giorni dal 3 novembre, giorno della nascita della grande attrice, che in questo 2024 avrebbe compiuto 93 anni.


28.10.24

Torna Popstairs!

 

 

 
 
 
 
POPSTAIRS 2024
Progetto vincitore del bando "Lazio street art 2022"

Ente finanziatore:
Regione Lazio

Ente esecutore:
Municipio Roma II
Roma Capitale

Artista:
David Diavù Vecchiato

Curatrice:
L. Maria Rita Delli Quadri

Assistenti artista:
Benedetta Matteucci
Vincenzo De Francesco

Graphic design, foto e video:
Muro crew

Partner:
MURo Museo di Urban Art di Roma
Gruppo Ivas

Contatti:

© Popstairs è un progetto di Diavù e L. Maria Rita Delli Quadri.
Iniziativa finanziata con fondi della Regione Lazio ai sensi della Legge Regionale n. 22 del 23 dicembre 2020

11.5.24

Murales o non Murales? Fai contare la tua opinione, partecipa al questionario online

 


La notte di giovedì 2 maggio 2024 alcuni dei murales e dei muri del quartiere Quadraro di Roma sono stati pesantemente vandalizzati. 
La maggior parte dei murales della zona sono stati realizzati dal progetto MURo (Museo di Urban Art di Roma) tra il 2010 al 2021, e sono opera di grandi firme dell'arte mondiale. 
Le scritte vandaliche accusano il progetto di “gentrificazione”. 

Tra i murales vandalizzati, oltre ad opere di Baseman, Maupal, Diavù c’è anche “No title” di Ron English a via dei Pisoni, opera che negli ultimi mesi è stata protagonista di un progetto di conservazione e restauro avviato a marzo 2024 dall'Università della Tuscia in collaborazione con l'associazione MURo e col supporto di Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros. 
Il progetto ha visto all'opera la studentessa Beatrice Stella, che ha eseguito il restauro-campione del murale. Durante il periodo di permanenza nel quartiere Beatrice ha ricevuto l'affettuosa accoglienza di molti abitanti che hanno più volte espresso apprezzamento che le opere del progetto MURo venissero conservate.
 
Volevamo a breve presentare il lavoro di tesi e ampliare il discorso sulla valorizzazione del progetto MURo in un'assemblea pubblica, ma gli eventi del 2 maggio ci stanno portando ad accelerare il percorso e ad avviare una discussione condivisa circa l’importanza della tutela e della conservazione dello spazio comune e dell’arte urbana. 

Per far funzionare questo esperimento, serve il coinvolgimento di tutti perchè cosa è bene culturale lo deci anche tu.
Bastano pochi minuti.
La tua opinione per noi è importante.
 

Grazie per la collaborazione

16.2.24

Restauro conservativo in corso @ MURo, Roma Quadraro

RESTAURO IN CORSO - OPERA DI URBAN ART @ ROMA QUADRARO

 
Senza titolo di Ron English
 
Quest'opera, realizzata nel 2013 a Roma nel quariere Quadraro per il nostro progetto M.U.Ro. Museo di Urban Art di Roma è oggetto in questi giorni di un restauro conservativo.
 
Dal 2023 MURo ha una convenzione con l'Università della Tuscia di Viterbo per la valorizzazione delle opere di Street art che noi definiamo a tutti gli effetti beni culturali.
Le indagini, le ricerche e gli interventi conservativi di questo restauro si svolgono infatti nell'ambito delle attività didattiche del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università della Tuscia di Viterbo.
 
Il murale in oggetto, realizzato dall'artista statunitense Ron English, nel novembre 2013, a cura di David Diavù Vecchiato per M.U.Ro - Museo Urban di Roma, è stato anche protagonista dell'episodio pilota della serie di 15 documentari Muro, realizzati da Level 33 e curati dallo stesso Diavù per Sky Arte.

Il restauro conservativo realizzato dall'Università della Tuscia di Viterbo in convenzione con l'associazione MURo vede il prezioso supporto del nostro partner Ecomuseo Casilino Ad Duas Lauros.
 
Qui le prime immagini dei lavori attualmente in corso:
 
Lo stato conservativo attuale del murale
 

Alcune immagini dei lavori in corso
 
In foto: David Diavù Vecchiato, Claudio Gnessi (Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros), Fiammetta Jahier (restauratrice e docente, coordinatrice del progetto) e la laureanda Beatrice Stella
 
Ron Engglish e sua moglie Tarssa con la laureanda Beatrice Stella 

3.10.22

Roma Street art. La mostra alla Galleria Alberto Sordi

MURo Museo di Urban Art di Roma presenta:

ROMA STREET ART

a cura di / curated by David Diavù Vecchiato

Galleria Alberto Sordi, Roma.

29/09 - 30/11/2022 

www.romastreetart.com

Info opere / Info about artworks:  info@muromuseum.com

Con opere di / artworks by:

Alessandra Carloni

Beetroot

Bol Pietro Maiozzi

Camilla Falsini

Daniele Tozzi

Diamond

Diavù

Elia 900

Giulio Vesprini

Gojo

JB Rock

Leonardo Crudi

Marco Réa

Maupal

Mr. Klevra

Mr. Thoms

Nicola Alessandrini

omino71

Orghone

Solo

Uman

Zed1

Esposizione a cura di: David Diavù Vecchiato
Redazione: MURo Museo di Urban Art di Roma
Assistente alla curatela: Mirko Pierri
Consulente legale: Pietro Cuffaro
Traduzioni: Sofia Vecchiato e Filippo Ronci
 

L'arte del futuro spia con grandi occhi scuri spalancati sul centro dalla periferia, mescolata coi
detriti e le macerie della città degradata (...).

(Francesca Alinovi, Flash Art n.107, 1982)
 
1968 – 1992 I semi della Street art
Roma non è una città come le altre.
Soprattutto quando parliamo di arte.
Non lo è per la quantità e qualità dei suoi siti archeologici, per le opere distribuite nel tessuto
urbano, nei musei, nelle chiese, nei luoghi generalmente non destinati all’arte.
È una città che si distingue, anche nel rapporto con il Writing e la Street art.

1968: il collettivo Gli uccelli realizza un graffito politico sulla facciata della Facoltà di
Architettura, da un cartone disegnato da Renato Guttuso
1974: l’artista Giancarlo Croce dipinge L’uccello del paradiso a Porta Portese
1976: il collettivo L’Asino che vola dipinge i murales di Tor di Nona per attirare l’attenzione
pubblica sul degrado e lo spopolamento delle case popolari del lungotevere
1979: The Fabulous Five, presso la Galleria La Medusa a Roma, è la prima esposizione al di
fuori degli Stati Uniti dedicata al Writing
1984: Keith Haring, a Roma per la mostra Arte di Frontiera dipinge un’opera (poi cancellata)
sul Palazzo delle Esposizioni
1987: l’artista Fausto delle Chiaie inizia a esporre quotidianamente le sue installazioni in
strada, prima al Pincio e poi a Piazza Augusto Imperatore, fonte d’ispirazione di molti street
artist romani
Dal 1992 a oggi: da 30 anni ininterrottamente generazioni di writer dipingono le loro opere
sui vagoni delle metropolitane romane e questo rende Roma un caso unico al mondo.

Questa mostra nasce proprio per celebrare i 30 anni di Street art a Roma.
Immergiti nella mostra e lasciati sedurre!
 
Graffito del Collettivo Gli uccelli a La Sapienza, Roma 1968
 
 
Keith Haring a Roma, Palazzo delle Esposizioni, 11 settembre 1984. 
Foto di Stefano Fontebasso De Martino. Courtesy MACRO - CRDAV

 
Collettivo L'Asino che vola, Tor di Nona, Roma 1976.
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 

L'artista Fausto Delle Chiaie con alcune sue opere urbane

2007: Fra strada e gallerie
Tra il 1992 e i primi anni 2000 si realizzano a Roma fanzine, eventi, mostre e festival
indipendenti che promuovono Writing e arte visiva underground, come l’Happening
Internazionale Underground
al Forte Prenestino a Centocelle o l’International Poster Art a San
Lorenzo.
Il 2007 è un anno significativo nel passaggio di testimone dal Writing alla Street art: si parte
da graffiti e piccoli interventi spontanei di arte urbana - come poster e stencil (tra i primi si
ricordano i poster di Pino Boresta, gli stencil di Sten e le tag di TUFF) – per approdare ai primi
murales.
2007: Attraverso il progetto CROMiAe, l’associazione WALLS chiede al Comune di Roma la
disponibilità di muri da dipingere, i Muri Liberi e Muri Legali su cui realizzare opere senza incorrere in denunce e sanzioni. L’associazione stessa organizza jam per la realizzazione di
piccoli murales.
Nello stesso anno, una nuova generazione di artisti che fino a quel momento aveva dipinto le
proprie opere prevalentemente in strada, inizia a esporre in gallerie d’arte emergenti, con
l’intento di dedicarsi sempre più a forme d’arte underground. Fra gli esponenti di rilievo si
distinguono Wunderkammern, Mondo Bizzarro, Dorothy Circus Gallery e MondoPOP. Si
iniziano così a produrre in città interventi artistici e i primi murales legati alla promozione di
mostre.
2008: la mostra Scala Mercalli. Il terremoto creativo della Street Art Italiana allestita presso
l’Auditorium Parco della Musica rivela l’esigenza di mettere insieme i nomi più importanti
per fare ufficialmente il punto sulla scena Street italiana e romana.
 
AAVV - Progetto del Laboratorio di Disegno del CSOA Forte Prenestino a cura di BOL Pietro Maiozzi, Roma 1997


Gojo, Senza titolo. Roma 2003
 
 
omino71 & friends, Stick my world. A cura di omino71 per WiFi Art, Circolo degli artisti, Roma, 2008, 2009 e 2010
 

2010 La Rinascita dell’arte pubblica
Nel 2010 Roma vive una vera e propria rinascita dell’arte pubblica, attraverso interventi di
Street art eclettici. In questo anno esplode anche la tendenza a realizzare grandi murales nei
quartieri periferici.

Primavera 2010:
a San Lorenzo, Hitnes, Hogre, Hopnn, Agostino Iacurci, Lucamalente, Omino
71 e Uno, realizzano una jam di murales in occasione dell’evento Collective.
Estate 2010: il noto street artist francese Invader realizza a Roma 66 interventi artistici non
autorizzati, in occasione della sua prima personale italiana alla galleria Wunderkammern,
incollando piccoli mosaici dei suoi alieni pixellati. Contemporaneamente, durante la prima
edizione del Festival dedicato all’arte urbana Outdoor, vengono prodotte a Ostiense e
Garbatella quattro opere monumentali su carta degli artisti: L’Atlas, C215,, Sten & Lex e il
murale Wall of Fame di JB Rock.
Autunno 2010: Al Quadraro, a dicembre, nasce MURo (Museo di Urban Art di Roma): un progetto di museo di Street art di respiro internazionale che ha l’intento di donare simboli all’identità e alle storie
del quartiere attraverso i murales. I primi due murales sono del suo ideatore Diavù.
 
Invader, Invasion of Rome, Roma 2010. Courtesy Wunderkammern
 
 
JB Rock, Wall of fame per Outdoor Festival. Ostiense, Roma 2010. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
 Diavù, Art Pollinates Quadraro, per MURo Museo di Urban Art di Roma. Quadraro, Roma 2010
 

2012 – 2022 L’ultimo decennio
Dal 2010 in poi a Roma si moltiplicano le occasioni per realizzare opere di Urban art.
Mentre MURo, Outdoor Festival, Wunderkammern e altre realtà continuano a produrre
murales, al Quadraro, Torpignattara e Ostiense nascono nuovi progetti spontanei, alcuni legati
a spazi occupati, oltre a iniziative sostenute da bandi pubblici, come Roma Creativa e Estate
Romana
.
La Città Eterna inizia a diventare la città più ‘tatuata’ d’Europa e il centro storico
monumentale viene sempre più circondato da quartieri di periferia arricchiti di nuove opere
d’arte che dai quartieri marginali guardano verso il centro, così come scriveva la curatrice
Francesca Alinovi a inizi anni ‘80 durante l’inedita presentazione in Italia dei lavori di Keith Haring e degli altri pionieri della Street art newyorkese. Qui una ricostruzione di alcuni degli
interventi artistici realizzati negli ultimi anni a Roma, che invita ad approfondire senza la
pretesa di essere esauriente, vista la grande quantità e varietà di murales realizzati.

2012: Urban Arena al MACRO (Museo di Arte Contemporanea di Roma) con murales di Ozmo
e Sten & Lex; Urban Area di a.DNA Collective con artisti vari all’ex cinema Volturno e all’ex
cinema Preneste, Lucamaleonte per -1 Gallery alla Casa dell’Architettura.
2013: opera di Borondo per Logout Project a San Lorenzo; Avanguardie Urbane in vari luoghi
della città; nasce il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz); Blu dipinge in via
del Porto Fluviale.
2014: la mostra Urban Legends al MACRO Testaccio Pelanda, Pigneto Pasolini al Pigneto con
Omino 71, Mr. Klevra e Maupal; Melting Icons di Diavù all’ex Cinema Impero a Torpignattara;
SanBa a San Basilio con murales di Liqen e Agostino Iacurci.
2015: Big City Life per il Museo Condominiale di Tor Marancia, il Festival di Poesia del Trullo;
Forgotten Project in vari luoghi della città; Popstairs sulle scalinate di Roma; ha inizio Muracci
Nostri
a Primavalle; esce la prima mappa della Street art a Roma, con relativa applicazione
digitale, che geolocalizza 200 opere.
2016: Triumphs and Laments di William Kentridge sul lungotevere della Farnesina; Seth
all’Ex Fabbrica Mira Lanza.
2017: nuove grandi mostre dedicate alla Street art come War, Capitalism & Liberty con le
opere di Banksy a Palazzo Cipolla e Cross the Streets di artisti vari al MACRO; il progetto
GRAArt di MURo dipinge il Grande Raccordo Anulare.
Nel 2017 la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali organizza quattro giorni di workshop
sulla Street art a Roma presso il MACRO, dai quali viene tratto il libro Action/Reaction nel
2019. Nel 2020 la Regione Lazio approva la Legge regionale 23 dicembre 2020 per
promuovere l’arte urbana e dà il via al bando annuale Lazio Street art.

La maggior parte della Street art prodotta a Roma si può ormai definire arte pubblica a tutti
gli effetti.
 
 C215 per Wunderkammern, Torpignattara, Roma 2013. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
Hogre per Strike the street al Centro sociale Strike, Roma 2013. 
Foto di Mimmo Frassineti tratta dal libro Street Art a Roma
 
 
Maupal, Pasolini. Pigneto, Roma 2014
 
 
Luis Gomez de Teran, Le cose che non si vedono. Per Muracci Nostri, Santa Maria della Pietà, Roma 2018

28.5.21

Il tempo delle noci: 100 bambini invadono Roma

 

Il “Tempo delle noci” è un progetto artistico-culturale ideato da David “Diavù” Vecchiato e Giovanna Piergentili, e realizzato da Città del sole e MURo, col patrocinio del Comune di Roma.

L'ideatore e direttore di MURo, l'artista Diavù, stavolta fa rivivere gli antichi giochi dei bambini romani attraverso una grande opera di Street art diffusa in tutta Roma.

L’idea è quella di riportare i bambini in strada dopo le tante restrizioni a causa della pandemia, e di sottolineare l’essenzialità del gioco nella vita dei bambini, utilizzando l’arte come potenziale espressivo. 


 

Perché “Il tempo delle noci”?

Abbiamo scelto di ispirarci a un antico modo di giocare dei bambini romani, che utilizzavano le noci nei loro diversi e fantasiosi giochi: i bambini le accumulavano e le utilizzavano come biglie, per essere vinte o perdute, etc. Giocare con le noci era così comune che l’espressione “lasciare le noci” (“relinquere nuces”) acquisì il significato di lasciare l’infanzia per entrare nella vita adulta. Il “Tempo delle noci” si riferiva dunque all'età della fanciullezza.

Il nostro intento non è solo quello di riproporre i giochi dell’antica Roma attraverso un percorso artistico, ma soprattutto quello di sottolineare, appellandoci a una saggezza antica, l’importanza del gioco anche nei momenti storicamente più difficili da elaborare e comprendere perché l’arte, come la storia, sia al servizio dei valori del presente.

Le 100 opere di Street art

L’artista David DIAVÙ Vecchiato ha dato concretezza al progetto con l’idea di realizzare 100 opere di Street art nei quartieri di Roma, raffiguranti i bambini che giocano con le noci.

Queste opere, realizzate dall'artista con la tecnica dello stencil, compaiono in tutti i Municipi dove si trovano i negozi di Città del sole e saranno visibili sulle cabine semaforiche, elementi urbani visivamente anonimi e assolutamente non integrati con l'estetica della Città Eterna, che potranno in questo modo diventare elementi dello spazio urbano condiviso. A ogni negozio è stato assegnato un antico gioco romano che sarà raffigurato nell’opera di Diavù e realizzato nelle strade di prossimità del negozio.

Una caccia al tesoro a cui i bambini potranno giocare per le strade di tutta la città.

I 10 vetrales e i 10 laboratori per 100 bambini (15 maggio - 9 giugno 2021)

Il progetto si concretizza con la realizzazione di 10 laboratori destinati a 10 bambini ciascuno, che si stanno svolgendo nei 10 negozi romani dal 15 maggio al 9 giugno 2021.

In ogni laboratorio i bambini vengono prima invitati a giocare con un antico gioco, poi a creare insieme a Diavù e a Mirko Pierri un’opera d’arte collettiva sulla vetrina del negozio. 

Un vetrales d'artista!

Per maggiori informazioni su opere e laboratori collegati alla pagina de IL TEMPO DELLE NOCI di Città del sole

Per leggere e vedere cosa è successo nei laboratori di Street art segui la pagina Facebook di MURo.

QUALCHE IMMAGINE DELLE 100 OPERE:


 

QUALCHE IMMAGINE DEI 10 "VETRALES" DEI BIMBI:


"Il tempo delle noci" è un progetto artistico-culturale di mostra diffusa di opere e laboratori di Street art ideato da Diavù e Giovanna Piergentili, realizzato da Città del sole e Associazione Culturale MURo, col Patrocinio del Comune di Roma.

 Grazie di cuore a Gruppo Ivas per le vernici e a Crayola per gli omaggi ai bimbi.